Inaugurata a Kahla, al memoriale delle vittime del campo di lavoro nazista, la Campana della pace fusa a Castelnovo

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Una nuova campana dedicata alla pace suona al memoriale per le vittime di Kahla. L'inaugurazione nell'80mo anniversario della fine della guerra

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10 Maggio 2025

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n questi giorni è in corso il viaggio che da Castelnovo Monti e altri comuni dell’Appennino ha portato una delegazione a partecipare alle annuali commemorazioni per la fine della seconda guerra mondiale a Kahla, in Germania. Per il Comune di Castelnovo in particolare sono presenti l’Assessore alla cultura Erica Spadaccini, l’Assessore a pace e diritti Silvia Dallaporta, le consigliere Lucia Manfredi e Tiziana Lanzi. Le commemorazioni si tengono al memoriale che ricordano le vittime del campo di lavoro ReiMaHg, la fabbrica sotterranea dove, nella Germania nazista ormai bombardata dagli alleati, venivano costruiti i caccia a reazione Me 262. In questo campo furono deportati uomini rastrellati in diversi Paesi d’Europa, numerosi anche dall’Appennino: sette castelnovesi non fecero ritorno. Si tratta di Inello Bezzi, Roberto Carlini, Anselmo e Renato Guidi, Pierino Ruffini, Ermete Zuccolini, Francesco Toschi. Da diversi anni una targa ricorda nell’area del memoriale il loro sacrificio.
In occasione di questo viaggio è stata inaugurata una nuova campana della pace, realizzata a Castelnovo Monti. Un ulteriore tassello dell'amicizia che, dopo la grande sofferenza degli ultimi anni di guerra, è nata tra i due Comuni tanto da arrivare a un patto di gemellaggio nel 2023, dopo le prime ricerche storiche condotte dai famigliari dei caduti subito dopo la caduta del muro di Berlino (Kahla era nella Germania Est). La campana è stata realizzata dalla storica Fonderia Capanni, le cui prime tracce di attività risalgono addirittura al XVI secolo, e portata a Kahla nell'ambito del viaggio organizzato da Istoreco insieme al Comune: nel campo di lavoro si conoscono i nominativi di 805 morti di cui 460 italiani. La “campana di pace”, vuole essere un segno in memoria di queste vittime in occasione dell'80° anniversario della fine della guerra.

Il nome Reimahg derivava dalle iniziali di Reich Marschall Herman Goering e contrassegnava le fabbriche di sua proprietà, destinate alla produzione di armi per l’aviazione. A questo triste nome è legato lo sfruttamento dei condannati ai lavori forzati stranieri nell’economia bellica nazista. Ancora oggi si trovano sotto la collina di Walpersberg e a Leubengurd, presso Kahla, le rovine della fabbrica sotterranea: circa 32 chilometri di gallerie. Il quartier generale nazista, dal 1943, cominciò ad esigere imponenti prestazioni dall’industria degli armamenti. Nella primavera del 1944, gli alleati moltiplicarono i bombardamenti alle industrie belliche e contemporaneamente aumentarono le perdite di aerei tedeschi. I nazisti allora incrementarono la produzione di aerei con tutti i mezzi. Si tentò di sottrarre l’industria bellica agli attacchi alleati, mediante queste fabbriche sotterranee. Nel Walpersberg, vicino alla cittadina di Kahla, si trovavano miniere adatte per ospitare la produzione. I lavori più pesanti furono eseguiti dai deportati civili e militari, che dal 1944 furono adibiti ai lavori forzati. Nel Reimahg furono impiegate dall’aprile 1944 all’11 aprile del 1945, circa 15.000 persone: uomini, donne, ragazzi provenienti da diverse nazioni europee occupate. Le fabbriche di Kahla divennero le uniche produttrici del caccia a reazione Me 262.

Ultimo aggiornamento: 10/05/2025, 19:29

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