Descrizione
Un grande evento corale è in preparazione per onorare la Pietra di Bismantova e il suo legame con il Sommo Poeta, Dante Alighieri. Nel 2027 si intende proporre una lettura corale della Divina Commedia ai piedi della Pietra.
Promotore l’economista Giampiero Lupatelli, con l’adesione di oltre 200 esponenti del mondo culturale, civile ed economico, con l’obiettivo di restituire centralità alla montagna non solo con infrastrutture o politiche economiche, ma anche attraverso la cultura, la lingua e la storia.
Saranno tre giorni interamente dedicati al Sommo poeta e alla sua grande opera, la Divina Commedia. Un evento che si svolgerà in uno dei luoghi simbolo dell’Italia dantesca: la Pietra di Bismantova, nell’Appennino reggiano, citata da Dante stesso nel Purgatorio.
Se qualcuno intende aderire e proporsi come lettore, o vuole richiedere ulteriori informazioni, può farlo scrivendo a g.lupatelli@caire.it.
Il manifesto dell’evento
“Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, montasi su Bismantova in cacume con esso i piè, ma qui convien ch’om voli”
Dante Alighieri: Commedia, Purgatorio IV, 25 ss
“..c’è un effetto di silenzio aperto, perpetuamente in ascolto di qualcosa che lo minaccia: e nonostante il timore di una prossima pioggia, questo rumore vorrebbe trattenermi. Vorrei dire come Pietro sul monte Tabor, il luogo della trasfigurazione di Gesù, in Matteo, 17, 4, “Domine, bonum est nos hic esse”
Giulio Ferroni: L’Italia di Dante pagg.1137-38
“Se la Commedia da origine tanto alla lingua italiana, quanto all’idea di Italia e raggiunge il vertice letterario d’ogni tempo, Dante diviene autorità assoluta non solo per la letteratura ma anche per la storia italiana”
Luigi Zoja: Narrare l’Italia Dal vertice del mondo al Novecento – pag.65
È stato autorevolmente sostenuto che nessun luogo, più della Pietra di Bismantova, propone ai nostri occhi l’immagine dell’Italia di Dante, dunque l’Italia al momento del sorgere e nella più profonda espressione del proprio mito fondatore.
L’evidenza geografica della Pietra, l’ampiezza e la varietà delle sue frequentazioni, il valore simbolico che ad essa si associa, la propongono come un riferimento potentissimo per immaginare e introdurre nella religione civile del Paese un momento che celebri, fuori da ogni retorica, il riconoscimento delle comunità nei e con i luoghi.
La Pietra evoca una universalità nello spazio e nel tempo che dobbiamo leggere nella dimensione locale delle comunità dell’Appennino Emiliano, nella dimensione nazionale della lingua italiana e, in una proiezione cosmopolita che, nel riconoscimento dantesco della unità politica – europea – dell’Impero, ne abbraccia le lingue e le culture, nella consapevolezza letteraria che, con Borges, vuole che la Commedia sia “apice della letteratura e delle letterature”.
Abbiamo immaginato che questo momento di riconoscimento del singolare elevarsi della Pietra nella estensione dell’universo montano, dagli Appennini alle Alpi, e del suo contestuale immergersi nella profondità delle radici della nostra consapevolezza nazionale, trovi espressione in una lectura dantis integrale che, nella unità di tempo e spazio convenientemente allestita nell’impianto scenografico della Pietra, prenda vita nei tre giorni consecutivi di un fine settimana di tarda primavera del 2027.
Una maratona letteraria per dare voce a cento e più interpreti, espressione di una moltitudine articolata, chiamato ciascuno a leggere un canto o un brano della Commedia. Una moltitudine fatta di personaggi autorevoli e di gente comune; di protagonisti della cultura e dello spettacolo; di donne e uomini di scienza e di letteratura; di portatori e portatrici di responsabilità politiche; di influencer di nuovo e di vecchio stampo; di studenti, agricoltori, pastori, artigiani; di giovani e meno giovani impegnati nelle attività di cura delle persone e delle terre, a partire da quelle alte.
Donne e uomini che intendono questo esercizio corale come manifestazione di un consapevole affetto per le radici da cui la narrazione dantesca trova alimento, e insieme di curiosa disponibilità ad incontrare le attenzioni e i messaggi provenienti da un orizzonte assai più esteso verso cui questa si è saputa rivolgere.
In un gesto che è assieme di amore per la lingua e di riconoscimento appassionato del suo valore politico, in una celebrazione del rilievo delle montagne nella prospettiva locale del suo più diretto rapporto con le culture urbane; in quella nazionale di una attenzione rinnovata ai luoghi dai quali il Paese intero ritrae gran parte delle risorse ambientali, come l’acqua, necessarie alla sua vita; in quella europea e globale che riconosce i luoghi come Patrimonio dell’Umanità e apprezza i prodotti della eccellenza alimentare di questa terra.
Siamo ben consapevoli che questa proposta segna una prospettiva davvero molto impegnativa e richiede una convinta adesione e disponibilità delle Istituzioni locali e regionali cui questo appello si rivolge perché ne facciano proprio l’intento e lo vogliano declinare con le attenzioni necessarie.
Siamo anche convinti che una iniziativa così complessa e ambiziosa richiede la attenzione, la partecipazione e la determinazione a fare, di una schiera assai vasta di persone, pronte ad assumere responsabilità ed impegni che il procedere degli eventi e – ci auguriamo – il progressivo perfezionamento del progetto, renderanno via via più chiari.
Per questo dichiariamo la disponibilità ad assumere queste responsabilità e questi impegni, ciascuno di noi per quanto si converrà ai propri mezzi e alle proprie capacità, gli uni come le altre fragili e inadeguati, ma tutti insieme come corpo civile che ha orgoglio e ambizioni non minori delle istituzioni cui rivolge il proprio invito.
Nel farlo, ci costituiamo come Comitato Promotore dell’evento chiedendo attenzione e udienza alle istituzioni della Montagna, delle Città e della Regione per valutarne assieme le condizioni di fattibilità e di successo.
Bismantova, 25 marzo 2025