A piedi

A PIEDI

 

Lungo i continui saliscendi che contraddistinguono questa zona, vi portiamo alla scoperta di luoghi ricchi di storia e di mistero. Testimoni di un passato tuttora presente sono i tanti castelli e pievi ancora ben conservati, le numerose rovine e le residenze nobiliari che si incontrano lungo tutto il percorso montano.
Le punte aguzze delle montagne regnano incontrastate nel cielo, come se tentassero di preservare quel messaggio misto di silenzio e di mistero che si percepisce a prima vista. Il rispetto per  l’ambiente e il suo sottobosco è una eredità comune a coloro che abitano luoghi simili.
E’, di fatto, lo stesso panorama a ricordare loro la sacralità di questo contesto naturale.
 

Di seguito, segnaliamo alcuni itinerari immersi in una natura ancora selvaggia ed incontaminata.

 

CIRCUITO C. MONTI - PIETRADURA - FELINA - RONCROFFIO - GOMBIO - VILLABERZA - MAILLO

Modalità di accesso:
Da Castelnovo ne’ Monti (m 702) proseguire verso Felina ( m 664) in direzione Reggio Emilia
Lunghezza: circa 10 km

Itinerario:
In località Croce imboccare la vecchia “strada militare della Lunigiana”. Quasi sulla sommità del monte Gandolfi si trova il borgo di Pietradura, una delle località più suggestive dal punto di vista storico e paesaggistico di tutto il comune.
Ritornando sulla SS 63 si prosegue in direzione di Felina, dove, all’ingresso della frazione, troviamo la Magonfia, un interessante borgo sei-settecentesco.

Proseguendo in direzione di Reggio imboccare la SP 79 per Ciano d’Enza. In località Fariolo sopravvive il palazzo (parzialmente manipolato) dell’antica sede del vicariato visconteo e di podesteria estense. Una deviazione conduce a Roncroffio, borgo rurale di origine medioevale come documenta la piccola chiesa di S. Lorenzo, dalle abbondanti tracce romaniche. Da qui passava un ramo della strada maestra per Reggio e Parma proveniente dalla Lunigiana. Sull’opposto versante del rio di Boastra sorge la chiesetta matildica di Beleo, raggiungibile da Roncroffio in pochi minuti.
Riprendendo il percorso, si giunge a Gombio, interessante nucleo rurale la cui esistenza è documentata già dal sec. XII. Nel 1847 costitui un’importante tappa sulla via medievale da Parma a Lucca. La vecchia chiesa parrocchiale contiene numerose tracce del lavoro di antichi artigiani locali specializzati nel mattone e nella scagliola.
Attraverso le vecchie strade campestri è possibile scendere fino al Tassobbio, dove l’ambiente naturale si presenta ricco di specie floreali e di fauna. Risalendo si arriva a Villaberza, la cui chiesa dedicata a S. Ambrogio, ha rivelato nel corso dei recenti restauri tracce di una primitiva architettura romanica che ne riporta la fondazione a epoca matildica. Nei dintorni della chiesa sorge la bella corte di Piazza con casa a torre di tipologia cinquecentesca. Montecastagneto, marchesato dei Calcagni nel sec. XVII, conserva la caratteristica impostazione tardo-medievale a corte chiusa, con sottopassi a volta.
Nei pressi delle rovine della chiesa di S. Giovanni scendere verso il rio Maillo, lungo una valle stretta e ombrosa. Il borgo di Maillo, di origine medievale, nasconde tra le colline le rovine di un antico castello.
Attraverso Bellessere si può risalire a Castelnovo. Proseguendo invece a destra si raggiunge Cagnola.

SENTIERO NATURA DELLA PIETRA DI BISMANTOVA

Modalità di accesso: da Piazzale Dante, sottostante la Pietra di Bismantova.
Dislivello:
di circa 250m.
Durata:
2 ore.

Itinerario: 
L’itinerario si sviluppa ad anello per circa 5 km dalla sommità della Pietra di Bismantova per poi discenderne nuovamente fino al punto di partenza.
Il punto di partenza è il parcheggio sottostante la Pietra di Bismantova. Dopo poche decine di metri, si vede un viottolo che, sulla sinistra, conduce alla vicina foresteria dell’Eremo di Bismantova, eretta in aderenza ad un gigantesco masso di crollo.
Oltrepassato l’edificio, si prosegue rivolti a nord attraverso una comoda mulattiera che scende infossata snodandosi tra boschi e coltivi.
Qui ci si imbatte in uno dei tratti più suggestivi dell’intero itinerario: il percorso è infatti dominato dall’imponente parete orientale della Pietra di Bismantova, che strapiomba sul sottostante Eremo; poco più in basso emergono dal bosco enormi massi staccatisi nel corso dei secoli.
L’itinerario prosegue in discesa attraversando piccoli rimboschimenti, avvicinando massi rocciosi avvolti dalla fitta vegetazione; dopo circa dieci minuti di percorso (prestare attenzione ai bivi, seguendo attentamente la segnaletica bianco/rossa del sentiero), si sfocia in una radura ove, mantenendosi a destra, a margine di una siepe, si avvicina il margine di una vasta “frana rocciosa” che, dall’angolo nord – occidentale della “Pietra”, scende a Casale.
In corrispondenza della “grande frana” il sentiero svolta a sinistra iniziando a salire a margine di coltivi abbandonati, giungendo infine, all’antica necropoli di Campo Pianelli. Si perimetra alla base l’area sepolcrale svoltando verso ovest, percorrendo un breve tratto pianeggiante oltrepassato il quale si inizia a salire all’interno del bosco.
Seguendo una comoda carrareccia, facendo attenzione ai segnavia ed evitando le diramazioni laterali, si sale fino a raggiungere un pianoro ove è locato un fabbricato rurale realizzato con muratura a secco di arenaria locale. Oltrepassato l’edificio, si incontra un bivio in corrispondenza del quale, svoltando sulla sinistra, si riprende a salire rapidamente in direzione della sommità del monte.
Il percorso, sempre mantenendosi in corrispondenza di una spaziosa carrareccia, entra nel bosco raggiungendo dopo pochi minuti un tratto su roccia viva, che mostra evidenti segni di adattamenti a fini difensivi; era questo, probabilmente, l’antico accesso “sorvegliato” che in epoca medievale conduceva alla rocca che si ergeva sulla sommità della Pietra di Bismantova: il piano di calpestio e le stesse pareti rocciose, che fiancheggiano in questo punto il percorso, sono state artificialmente sagomate in modo da realizzare un passaggio obbligato per tutti coloro che anticamente erano diretti alla sommità del monte. Si prosegue in salita per altri dieci minuti, sfociando infine sul pianoro sommitale di Bismantova, in corrispondenza del quale si apre un’estesa prateria delimitata da orlature arboree.
Mantenendosi in corrispondenza delle radure prative, piegando verso sud e, subito dopo verso est, si avvicina il ciglio della grande parete orientale della “Pietra”: raggiunto quest’ultimo lo si costeggia verso sud sino ad incontrare il limite della recinzione che protegge il sottostante piazzale dell’Eremo. Sempre costeggiando il ciglio orientale della parete, si giunge in corrispondenza dell’angolo sud orientale del monte, ove per ampio tratto affiorano nude bancate di arenaria.
L’itinerario escursionistico prosegue abbandonando il ciglio orientale della “Pietra”, piegando successivamente verso ovest e poi dirigendosi a nord, sino a raggiungere il punto di arrivo del sentiero principale proveniente dal piazzale Dante. Si imbocca quest’ultimo scendendo dapprima rapidamente proseguendo poi in falsopiano all’interno del bosco sino a raggiungere il piede dell’alta parete meridionale della “Pietra”, percorsa da numerose vie di risalita alpinistica.
Di qui, in progressiva discesa, si raggiunge il sagrato della chiesa dell’Eremo di Bismantova.

SALITA DAL MONTE FOSOLA A FELINA

Modalità di accesso:
L’itinerario ha inizio in località Felina, a 5 km dal capoluogo in direzione Reggio Emilia percorrendo la SS N. 63.

Itinerario:
Partendo da Felina, si può risalire in automobile fino a quota 750m attraverso il Parco Tegge, pregevole esempio di casa rurale datato nella parte più antica 1500, Sasso Canino, a ridosso del Monte Gazzo, e Palareto, pregevole sito paesaggistico e storico di probabile origine bizantina, come si deduce da diversi reperti.
Lasciata l’automobile a Palareto o, al massimo, a Ca’ di Barucca, si consiglia la salita della Fòsola a piedi, attraverso vecchie carraie e castagneti, rallegrati dalla buona acqua del Fontanino. Quasi in vetta (m.998), ampi pascoli formano un paesaggio decisamente alpestre ed offrono un magnifico panorama a 360 gradi.

Da qui può partire un interessante escursione a piedi di circa due ore fino al Castello di Carpineti, lungo un sentiero che segue quasi costantemente il crinale.

SENTIERO SPALLANZANI DA CARPINETI A GINEPRETO

Modalità di accesso: da Carpineti (37 km da Reggio Emilia).
Si raggiunge percorrendo la SS 63 fino al bivio di Marola e quindi si imbocca la SP 98 seguendo le indicazioni.

Tempo di percorrenza: 5 ore e 30 min.
Dislivello:
salita 960 m.s.l.m, discesa 760 m.s.l.m.

Itinerario:
Il sentiero Spallanzani, dedicato allo scienziato Lazzaro Spallanzani, attraversa tutte le fasce vegetazionali dell’Appennino reggiano (collinare, montana, culminale), da Scandiano fino a S. Pellegrino in Alpe, sul crinale. Il sentiero è contrassegnato sia dai segni bianchi e rossi del CAI sia da un simbolo a farfalla e dalla sigla SSP.
Arrivati al Castello di Carpineti, si attraversano i ruderi e si prosegue lungo l’antica via di crinale, probabilmente risalente al medioevo. Questo sentiero arrivava a Ca’ Fossa sotto il monte omonimo.
Qui dopo aver percorso pochi metri su una strada bianca, la si abbandona girando per proseguire in direzione sud. Dopo alcuni cambi di direzione (attenzione al percorso) e dopo una zona disboscata, si raggiunge un prato con fontana. Arrivati al borgo di Saccaggio si attraversa una prima strada asfaltata, per scendere al rio Spirola dal quale si risale a un’altra strada asfaltata. Arrivati in località La Noce si segue la strada asfaltata per un chilometro circa fino a Campolungo.
Avvicinandosi alla Pietra di Bismantova a Campo Pianelli (segnaliamo una fermata alla necropoli) si incontra il sentiero 697 che sale verso destra alla Pietra. Attraverso fitti noccioleti e poi estese radure si raggiunge la sommità da cui si gode un magnifico panorama su tutto il crinale appenninico. Per scendere si imbocca il comodo sentiero posto a ovest, che, girando attorno alla base della spettacolare parete verticale, ci conduce all’eremo benedettino.
Si continua dall’ampio parcheggio sottostante al tornante inferiore, da dove parte una carrareccia in mezzo ai campi. Dopo non molto si giunge alla chiesa di Ginepreto.

SENTIERO SPALLANZANI DA GINEPRETO A LIGONCHIO

Modalità di accesso:
partenza dalla località di Ginepreto, a 3km. di distanza da Castelnovo.

Durata: 5h’30 circa.

Dislivello: Salita 810 m.
Discesa:
650 m.

Itinerario:
Il sentiero è contrassegnato sia da segni bianchi e rossi del CAI sia da un simbolo a farfalla e dalla sigla SSP.
Il percorso non presenta particolari difficoltà tecniche, è praticabile anche da escursionisti non esperti e si presta bene al trekking a cavallo.

Per mulattiere inizia la discesa verso il fiume Secchia. In località Piastre, ci si imbatte in una carrozzabile a fondo naturale. Il tracciato ha termine nel nucleo rurale di Ca’ Merlo. Ora si segua la traccia a tratti labile dell’antica mulattiera diretta al mulino di Vologno, nei pressi di Ca’ Ceccarelli.
Siamo nell’alveo del Secchia, caratterizzato da interessanti esposizioni di gessi; si prende la carrozzabile in direzione ovest, raggiungendo la strada asfaltata proveniente da Castelnovo in prossimità del ponte sul fiume Secchia, che si attraversa, per imboccare poi il sentiero sulla sinistra (sentiero Airone) che conduce a una spettacolare cavità carsica denominata Tanone della Gacciola (la si raggiunge imboccando un sentierino non segnato che dal castagneto sale in direzione sud).
Tornati al sentiero segnato, dopo un bel prato si è a Ca’ Rabacchi dalla quale si scende di nuovo alla strada asfaltata, per attraversarla e imboccare la carrozzabile che attraversa il letto del Rio di Sologno. Subito dopo, si imbocchi un sentiero poco visibile sulla sinistra, e dopo 200 metri lo si lasci per prenderne uno il cui imbocco è ancor meno visibile, verso ovest. Questo è l’antico sentiero che porta al Monte Carù. Da non molto è stato ripristinato l’uso di questo sentiero, un tempo usato dai frati dell’Eremo di Bismantova per raggiungere la chiesetta sopra il Mulino di Segalare.
Si sale in breve da quota 450 m. a quota 800 m., tra castagni, carpini, roverelle, ginepri con una meravigliosa veduta sulla valle del Rio Sologno.
A quota 800 m. si incontra una mulattiera che conduce all’abitato di Ca’ Budriotto ove si trova una fontana. Poi per strada ciottolata si arriva a Castellaro, dove si imbocca la mulattiera verso sud verso Cerre’.
Qui si sbuca sulla strada provinciale, che si prende a destra per poi lasciarla subito dopo, in corrispondenza del campo di calcio e si prende una mulattiera che sale a sinistra. Ora il sentiero è su una dorsale in un’area interessante per il paesaggio argilloso. Si prosegue sullo spartiacque e si supera un dosso a quota 1041, al Monte delle Formiche dal quale si scende verso sud arrivando al paesino di Montecagno. Lo si attraversa in direzione della chiesa e poi del cimitero, lungo una strada bianca che si abbandona dopo circa 200 m per imboccare una mulattiera sulla destra. Mulattiera che con un ampio semicerchio, primo verso est poi verso ovest ci porta al vecchio borgo di Casalino.
Da qui, si giunge al Mulino di Casalino, sul torrente Ozola, e poi al paese di Ligonchio.