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Realizzate nuove “piazzole” alla base delle pareti della Pietra per chi arrampica

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Le azioni di valorizzazione della Pietra di Bismantova si sviluppano a tutto campo, e vanno da grandi progetti che hanno richiesto un lungo tempo di preparazione, come la riqualificazione della pista ciclopedonale di 16 chilometri tra le borgate rurali attorno alla rupe, ad altre più “spicciole” ma comunque di grande importanza. Va in questa direzione la realizzazione e sistemazione di alcune nuove “piazzole” di stazionamento per i praticanti dell’arrampicata, alla base delle vie di ascesa più frequentate, portata a compimento nei giorni scorsi. “Da quando è stata riaperta la possibilità di arrampicare a Bismantova – spiega il Sindaco Enrico Bini – la Pietra è tornata a essere meta di tantissimi climber. Le nuove piazzole sono un elemento di comodità ma anche di maggiore sicurezza per loro. A realizzarle sono stati alcuni richiedenti asilo presenti a Castelnovo nell’ambito di attività socialmente utili loro assegnate, sotto la supervisione di Pietro Barigazzi delle Guide Alpine della Pietra. A sostenere l’intervento invece, sono stati i proventi dei parcheggi a pagamento in piazzale Dante. Tutti i fondi raccolti da tali parcheggi vengono infatti reinvestiti nella valorizzazione della rupe, non solo le piazzole ma anche la sistemazione dei parcheggi gratuiti lungo la strada che porta al Piazzale, o il taglio e la pulizia del bosco sottostante il rifugio e l’eremo”.

Spiega Pietro Barigazzi: “Da diversi anni l’aumento dei praticanti l’arrampicata alla Pietra di Bismantova è esponenziale, a causa dell’apertura di sale di arrampicata indoor nelle grandi città: chi apprende i rudimenti della disciplina poi non vede l’ora di metterli in pratica sulla vera roccia. In questi anni quindi abbiamo visto l’arrampicata trasformarsi da “sport estremo” ad una normale attività all’aria aperta, popolare e accessibile. Gli incidenti a livello statistico risultano minori di altre attività outdoor come la mountain bike o anche la semplice ricerca dei funghi, ma è ovvio che resta una dose di rischio che va gestita attentamente dai praticanti. L’altissima frequentazione aveva creato anche alcuni problemi di erosione nelle zone alla base delle pareti, diventate sconnesse e scomode. Avevamo verificato l’abbassamento del terreno sia per il calpestio che per le piogge che poi si incanalano sui sentieri di accesso e li rendono poco praticabili. Questa situazione alla base delle pareti rendeva difficile per chi assicura il proprio compagno di cordata avere stabilità e libertà di movimento. Non avendo a disposizione grandi finanziamenti per progetti globali di sistemazione, a Castelnovo si è pensato di cogliere l’opportunità data dalla presenza dei richiedenti asilo, che stanno realizzando le opere con mezzi a basso impatto ambientale: niente miniescavatori, camion o betoniere ma carriola, piccone, badile, mazzetta e scalpello, e il tutto realizzato con materiale in loco, quale pali di castagno e quercia, sassi in arenaria. I lavori che avevano subito un arresto a causa del coronavirus proseguiranno nei mesi di giugno e luglio”.

Conclude Pietro Barigazzi: “Vorrei anche sottolineare che per la parte sicurezza in parete, per quanto riguarda gli ancoraggi, è sempre gestita da privati cittadini che per passione attrezzano gli itinerari di arrampicata, e lo scorso anno è stata creata una raccolta fondi tra la comunità degli arrampicatori per la sostituzione degli ancoraggi obsoleti con materiale certificato, che una volta acquistato è stato posato dalle Guide alpine della Pietra a titolo volontario e gratuito”.