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Una straordinaria, importante mostra sull’evoluzione della neuropsichiatria infantile al Bismantova

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È in corso fino al 13 ottobre al Foyer del Teatro Bismantova la mostra “Una colonia felice? Nascita e superamento degli Istituti per l’Infanzia”. Un’esposizione davvero di grande interesse, che vuole riflettere sul percorso che ha portato all’odierno concetto di inclusione, illustrando in maniera critica luci e ombre di uno dei primi esperimenti di istituti dedicati all’assistenza dei minori in Italia, la colonia-scuola Antonio Marro, aperta nel 1921 nell’ambito dell’ospedale psichiatrico San Lazzaro.
L’esposizione, che vede la collaborazione di Centro Storia della Psichiatria San Lazzaro, l’Ausl e il Comune di Reggio Emilia, racconta la storia di un esperimento che ha perseguito un fine educativo e riabilitativo (pur sempre finalizzato al contenimento sociale) che lo rende per certi aspetti moderno. L’esposizione caselnovese inoltre pone un forte accento sull’impegno dell’Onorevole Pasquale Marconi, nei primi anni ’50, per superare il concetto di colonia-scuola e guardare a questi ragazzi in modo nuovo. Racconta Gianluca Marconi, nipote di Pasquale ed ex Sindaco di Castelnovo: “Quella aperta nei primi anni ’20 era chiamata Colonia, ma si trattava di un istituto con le stesse caratteristiche del San Lazzaro per gli adulti. La situazione per i bambini ospiti era abbastanza drammatica, soprattutto vista con gli occhi di oggi. Il nonno nel 1953 fu nominato commissario prefettizio per il San Lazzaro, su indicazione delle Province di Reggio e Modena. Da subito disse che queste strutture andavano superate, che questi bambini andavano reintegrati nella società, cosa pienamente realizzata solo 25 anni dopo con la Legge Basaglia. Trasformò la Colonia in una scuola già nel ’53, abolendo anche la schedatura sulla fedina penale che all’epoca era obbligatoria per questi giovanissimi ospiti. Maria Bertolani del Rio è stata un’altra figura fondamentale in questa fase di superamento della Colonia: in quegli stessi anni è la prima donna psichiatra donna assunta dallo Stato, in tutta Italia. Coinvolse tante ragazze con lezioni di ricamo, con motivi poi codificati nell’Ars Canusina, una produzione con cui vinse anche la Mostra del Levante a Bari”.
L’esposizione è stata inaugurata nei giorni scorsi con la partecipazione del Sindaco Enrico Bini, che afferma: “Un opuscolo realizzato al tempo dell’apertura della Colonia, definiva la nuova struttura “Reparto per fanciulli deficienti e anormali”. Fortunatamente grandi passi avanti sono stati fatti anche in termini di sensibilità e attenzione sociale. Mi fa davvero piacere che venga ricordato il ruolo molto importante avuto dall’Onorevole Pasquale Marconi.

Un impegno che conferma ancora una volta la lungimiranza di questo nostro concittadino, che tante opere e progetti importanti ha lasciato in eredità all’Appennino. Ovviamente il più importante e conosciuto è l’Ospedale Sant’Anna, ma anche l’Asilo Mater Dei. Medico, partigiano, costituente, parlamentare della Dc, Marconi ha sempre mostrato un’attenzione particolare ai più piccoli e deboli. Nell’ospedale di Castelnovo, aprì l’istituto di beneficenza detto “Piccolo Cottolengo” in cui vennero accolti a sue spese individui affetti da menomazioni fisiche o da deficit mentali. Questo suo peculiare impegno legato all’evoluzione della neuropsichiatria infantile è forse meno conosciuto, ma estremamente interessante”.
La mostra si colloca nelle attività per la XIV Settimana della salute mentale, che Ausl organizza in collaborazione con enti e associazioni su tutto il territorio, e che quest’anno ha come particolare focus l’adolescenza. La scelta di Castelnovo Monti come prima sede della mostra (che è pensata per poter essere itinerante ed è a disposizione ad enti e associazioni che ne faranno richiesta) è una conseguenza dei molteplici legami tra il comune e la scuola, dalla nascita dell’Ars canusina sotto al direzione di Maria Bertolani Del Rio, alla fondamentale riforma realizzata da Marconi fino all’esperienza nel 1970/71 delle “calate”, cioè delle visite non preannunciate di delegazioni di politici, amministratori e cittadini da diversi paesi dell’Appennino e non solo, per verificare le condizioni dei ricoverati e soprattutto dei minori.

L’esposizione è visitabile negli orari di apertura del Teatro; le scuole possono richiedere visite guidate su prenotazione (biblioteca@ausl.re.it, 0522-335280). Martedì 1 ottobre dalle ore 16 alle 17.30 si terrà una visita guidata, accompagnata da un racconto di storie di minori in ospedale psichiatrico, dal titolo “I ragazzi della via Emilia” a cura di Ilaria Sirufo e Bianca Silvia Za, volontarie del servizio civile presso l’archivio dell’ex ospedale psichiatrico San Lazzaro, che ricorda quali enormi passi avanti abbia compiuto la neuropsichiatria infantile.