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Alta partecipazione e interesse per un corso rivolto agli insegnanti sui social media

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Il Servizio Sociale Unificato di Castelnovo Monti in collaborazione con l’Ausl di Reggio Emilia ha svolto nelle scorse settimane un particolare corso di formazione e prevenzione delle dipendenze, dal significativo titolo “Se mi tagghi non vale: educazione 2.0 tra prevenzione e stili di vita”. Il corso era rivolto agli insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado ed ha avuto un riscontro andato oltre le aspettative: a fronte di una partecipazione massima inizialmente prevista per 50 persone, sono stati apportati correttivi in quanto gli iscritti alla fine sono stati ben 63. Il percorso si è svolto sull’arco di tre laboratori pratici, nelle sale di formazione della Croce Verde a Palazzo Ducale. A condurli sono state le tre agenzie che sul territorio si occupano di interventi di prevenzione nell’ambito delle Dipendenze: CPS Cooperativa di Prevenzione Sociale, Centro Sociale Papa Giovanni XXIII – Area Lavoro di Strada, e Luoghi di Prevenzione, centro regionale di didattica multimediale per la promozione della salute. Tutti di estrema attualità gli argomenti affrontati: l’Associazione Papa Giovanni XXIII ad esempio ha illustrato le modalità per educare i ragazzi ad un uso corretto dei social media, le possibilità e potenzialità delle nuove tecnologie di massa (comunicazione, rivoluzioni, lavoro, informazioni, relazioni, percezione di se stesso), il web come risorsa e punto di contatto nella relazione con i giovani, le buone prassi per un utilizzo consapevole dei social. L’incontro ha visto anche un laboratorio interattivo con uso diretto dei social network per capire anche le diverse tipologie di fruizione dello stesso mezzo: da passatempo a luogo d’incontro, luogo di lavoro, autopromozione. La cooperativa di Prevenzione Sociale ha curato la giornata dedicata al tema degli adolescenti tra internet, social e sviluppo affettivo. Un laboratorio sulla dimensione affettiva che dà corpo ad ogni relazione, ma che con l’avvento delle nuove tecnologie ha visto proprio il “corpo” mancare alla relazione. I messaggi virtuali hanno un peso specifico diverso da ciò che veicola l’incontro in presenza.

Infine Luoghi di Prevenzione ha proposto l’ultimo incontro, dedicato a stili di vita e nuove tecnologie, ovvero in che modo reality, social network, intrattenimento, applicazioni, giochi e pubblicità, parlano di cibo, alcol, movimento e stili di vita. Quanto incide questo bombardamento mediatico, sulla capacità di prendere decisioni dei giovani e quali sono i costi e benefici di questo importante fenomeno.

Sul corso afferma Sonia Gualtieri, Direttrice del Distretto Ausl di Castelnovo Monti: “Questo innovativo intervento di formazione, oltre a rendere concreta l’implementazione sul territorio del Progetto Adolescenza previsto dalla Regione, si colloca nella cornice di azioni previste dal Piano regionale della prevenzione nell’ambito “Ambienti scolastici”. E’ un significativo esempio di buona pratica per la promozione della salute e del benessere psicofisico di giovani ed adolescenti, la prevenzione delle dipendenze, il contrasto al bullismo e alla violenza di genere anche attraverso l’uso consapevole e costruttivo delle nuove tecnologie. Per sostenere e incentivare contesti ambientali che facilitino scelte di salute e promuovano una crescita responsabile e consapevole, è indispensabile l’alleanza tra gli enti locali, i servizi socio-sanitari, la scuola, le famiglie e il territorio. Questa iniziativa è un esempio concreto di integrazione”. Aggiunge l’Assessore ai Servizi Sociali, Emanuele Ferrari: “Certamente siamo di fronte a un primo importante successo. E credo per due motivi. Il numero dei partecipanti ma soprattutto la modalità scelta e la costruzione del lavoro di rete. Su tematiche come questa, così stringenti e attuali mi sembra necessario cambiare anche l’approccio. Non più esperti che si confrontano con un pubblico in lezioni o conferenze, ma una condivisione e comprensione reciproca del ruolo di educatori che ciascuno può e deve svolgere non solo a scuola. In questo modo si può recuperare in concreto e in prospettiva l’idea di una autentica comunità educante, che rischia di perdersi nel mondo virtuale e nell’indifferenza generale di chi pensa che la responsabilità stia sempre altrove”.

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