Un grande testo per una grande interprete: venerdì sera, 12 febbraio, per la stagione del Teatro Bismantova (alle ore 21), va in scena “Il Pranzo di Babette”, dal racconto di Karen Blixen, con protagonista d’eccezione Amanda Sandrelli, accompagnata dall’Ensemble dell’Istituto diocesano di musica liturgica, composto da Giovanni Mareggini (flauto), Pietro Mareggini (flauto barocco), Mirco Ghirardini (clarinetto), Francesco Carraro (oboe), Franco Fusi (fagotto), Daniele Donadelli (fisarmonica), Nadia Torreggiani (pianofore) e Armando Saielli (pianoforte), che eseguiranno musiche originali dello stesso Saielli. La rappresentazione sarà accompagnata anche dalle immagini realizzate dal vivo da Mauro Moretti.
Amalgamare sapientemente la teologia e l’alta cucina, la seduzione della musica e una severa confraternita protestante norvegese, le bollicine dello Champagne e il destino di due signorine – che il loro padre volle chiamare Martina e Filippa, in onore rispettivamente dell’iniziatore della Riforma, Martin Lutero, e del suo teologo Filippo Melantone – un tempo bellissime e ora zitelle, un sussiegoso generale e una cuoca francese in esilio, ridotta a cucinare stoccafisso e una strana zuppa di birra e pane, non è semplice. E se alla fine il generale diventa un teologo e un mistico, e la severa assemblea degli anziani confratelli si trasforma in una brigata di bambini che ruzzolano ridendo in mezzo alla neve di una notte incantata, è perché ci si è messa di mezzo l’arte. Quella della scrittrice danese Karen Blixen (1885-1962), che pubblicò questo racconto nel 1950 (in inglese, col titolo Babette Feast’s), e poi quella della sua creatura, Babette, l’oscura governante protagonista del racconto. Questa donna che si rivela una grande, grandissima artista: dei fornelli. E che fa scoprire il potere trasformante, anzi trasfigurante, dell’arte, di ogni arte: di quell’arte – non importa se applicata ai cibi, alla musica, alle parole, ai colori – che è segnata dalla grazia e ne diventa uno strumento e una manifestazione. A un patto, però: che l’artista dia tutto, che non tenga nulla per sé. In questa prospettiva si colloca anche il lavoro degli artisti che, come Amanda Sandrelli, il pianista e compositore Armando Saielli, e i musicisti dell’Ensemble IDML di Reggio, rendono possibile il dipanarsi dell’intreccio tra narrazione e musica come altrettanta esperienza di dono.