Commercio tra liberalizzazioni e difesa dell’esistente

In questi giorni ha ripreso con forza non solo sui social ma anche nel nostro Comune, il tema di quale tipo di commercio possiamo permetterci, ovvero se e come tutelare il nostro sistema tradizionale.
Si sta riaffermando la difesa del piccolo negozio di frazione, che può svolgere anche una funzione sociale, e qui le Amministrazioni locali possono giocare un ruolo importante, sia nella possibilità di aiutare in termini anche fiscali la loro sopravvivenza, si nella regolamentazione tra negozi cosiddetti “di vicinato” e grande e media distribuzione.
L’altro tema che sta emergendo è quello di cosa può fare una Amministrazione in merito a nuove aperture, che vedono insediarsi etnie o culture diverse, fenomeno che si sta diffondendo anche nel nostro Appennino dove fino ad oggi era praticamente conosciuto.
Qui le Amministrazioni possono innanzitutto svolgere un ruolo di controllo su chi richiede di poter aprire esercizi ed attività commerciali, e poi una vigilanza attenta sulla provenienza e rispondenza del prodotto posto in vendita, usando altresì la lente di ingrandimento per garantire un assoluto livello di legalità
Oggi però il commercio non ha più, rispetto al passato, un andamento per così dire costante, ma appare piuttosto in continuo movimento sia per la varietà dei prodotti immessi sul mercato, anche in forza della globalizzazione, sia per le conseguenze della crisi economica, che ha ristretto i bilanci famigliari e spinge a guardare molto i prezzi, vuoi per altri fattori legati alle contingenze e alle mode del momento.
Anche il nostro Appennino non sfugge più a questi parametri e “condizionamenti”, tanto che assistiamo a nuove aperture di attività da parte di etnie o culture diverse, e non sappiamo a dove arriveranno come numero, così da chiederci fino a che punto possiamo accettare questa loro espansione senza mettere in crisi la nostra tradizionale rete commerciale..
Noi crediamo che se vogliamo affrontare in modo corretto il problema, che certamente esiste ed è piuttosto complesso, non possiamo individuare il nemico a seconda della sua provenienza e considerare comunque un pericolo, e una colonizzazione del nostro territorio, le attività svolte da chi viene da altri Paesi, ma chiederci anche perché i nostri concittadini se ne avvalgono, visto che hanno possibilità di scelta.
In questi mesi, per non dire da alcuni anni, si sta lavorando per valorizzare il nostro territorio, non solo sotto l’aspetto ambientale ma anche per la qualità dei suoi prodotti, quelli alimentari in primo luogo, e c’è dunque da auspicare che il consumatore apprezzi tale qualità anche quando i prezzi possono essere leggermente superiori, e non guardi soltanto a risparmiare.
Dovremmo anche domandarci, in base all’esperienza maturata in questi anni, se le liberalizzazioni hanno portato sempre vantaggi e benefici, e in ogni caso dovrebbe valere il principio che la concorrenza deve essere “leale e paritaria”, nel senso di mettere in condizioni pressoché simili chi produce e vende, mentre sappiamo che vi sono nazioni estere che hanno costi molto più bassi di produzione, coi quali è sempre più difficile competere, ma questo è un aspetto che riguarda il Governo nazionale.

Robertino Ugolotti
Capo-gruppo Lista Civica “Progetto per Castelnovo”