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Uno straordinario successo per il Festival Cittaslow, con le azioni sulla biodiversità che proseguiranno

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Riscontri eccellenti quelli emersi dal Festival Cittaslow dedicato alla Biodiversità, che per tre giorni ha portato sull’Appennino reggiano, a Felina, migliaia di persone. Ma non è tanto nel successo della manifestazione, quanto nel percorso che andrà avanti con i produttori dell’Appennino che ne sono stati protagonisti che risiedono le buone notizie arrivate dalla kermesse. Per quanto riguarda le giornate di Festival, molto apprezzate sono state le proposte enogastronomiche, con le osterie del Festival e i piatti tipici dell’Appennino, ma anche i prodotti proposti dalle località della rete Cittaslow di cui Castelnovo fa parte da ormai 20 anni: Abbiategrasso, Bazzano, Guardiagrele, Montefalco, Morimondo, Orvieto, San Miniato, Suvereto e tante altre. Molte famiglie con bambini hanno avuto modo di apprezzare gli spettacoli e le proposte musicali, e quelle rivolte in particolare ai piccoli: giochi, narrazioni e divertimento davvero per tutti.

Il cuore della manifestazione è stata comunque “La corte dei grani”, dedicata al tema della biodiversità, in particolare dei cereali e i grani antichi, con l’obiettivo di valorizzare la storia e la qualità che viene garantita da una serie di piccoli produttori locali, che da diversi anni hanno scelto di puntare su queste varietà cerealicole tradizionali, ognuna con proprie distintività. Spiega il Sindaco Enrico Bini: “Si tratta di produzioni che assumono un grande valore nel settore agricolo, e per l’Appennino in particolare. In un territorio dove per tanti anni la monocoltura foraggera per la produzione del Parmigiano Reggiano hanno garantito sviluppo e benessere, ora è sorta anche la necessità di diversificare le produzioni agricole, per diversi motivi. Il primo è che restare troppo legati a un mercato che, pur fondamentale, è soggetto a variazioni fisiologiche, e che ovviamente attraversa anche momenti di flessione, può mettere in difficoltà l’intero comparto. Il secondo è che coltivazioni particolari, ma per le quali esiste una richiesta in crescita come avviene per questi cereali, possono consentire di ottenere un ritorno economico anche da appezzamenti non molto estesi, che richiedono minori investimenti, minore necessità di grandi macchinari, per essere lavorati. Questo significa la possibilità di mantenere persone e famiglie a lavorare e vivere sul territorio. Il terzo motivo è che si arricchisce la biodiversità, contribuendo ad un miglioramento complessivo dell’ambiente, che per l’Appennino è senza dubbio una ricchezza primaria. Negli ultimi anni sta aumentando sempre più l’attenzione dei consumatori verso prodotti che garantiscano migliori qualità organolettiche, magari minori quantità di glutine, e che non arrivino se possibile dall’altra parte del mondo. E si è compreso che questi cereali “antichi” hanno caratteristiche straordinarie e attualissime, che oggi li hanno posti sotto una forte attenzione del mercato. In montagna abbiamo la fortuna di avere numerose aziende che lo hanno capito e hanno scelto di scommettere su questi prodotti, e molte sono in mano a giovani imprenditori. Un segnale importante e di fiducia verso il futuro”.
Oltre alla Corte dei Grani, il Festival ha ospitato altre attività in tema di biodiversità, come lo spazio dedicato al progetto “Agrobiodiverso”, una rete di aziende con produzioni minori, biodiversità, agricoltura biologica in terra d’Emilia, e l’Associazione Contadino d’Appennino, gruppo di produttori che ha fatto propri i principi dell’economia di relazione, della filiera corta, dell’agricoltura naturale e sostenibile, del prezzo equo e trasparente.

Conclude il Sindaco Bini: “I temi aperti nell’ambito del Festival, e il legame ormai forte creato con questi produttori, non si concludono certo con la fine dell’evento felinese: ci sono progetti di filiera per garantire il miglior accesso al mercato di questi prodotti di eccellenza, e in proposito ringrazio Coop Alleanza 3.0 che è stata sponsor della manifestazione e collabora con diverse aziende del territorio, e ci saranno ulteriori attività di promozione in collaborazione con Cittaslow e Slow Food, che con i suoi rappresentanti ha partecipato al Festival ed espresso grande apprezzamento per questi progetti. Si pensa alla possibilità di partecipare a eventi di rilievo internazionale quali il Salone del Gusto – Terra Madre in settembre a Torino. In chiusura voglio ringraziare ancora una volta tutti i volontari che hanno reso possibile il Festival: questo successo è in buona parte merito loro”.

Fotografie: Pietro Magnani